La crisi che negli ultimi anni ha attanagliato l'economia occidentale ha rimesso in discussione molti meccanismi, molti scenari, ha ridisegnato logiche che erano date per scontate ed agitato molti mercati. Nel settore della consulenza ha creato, e sta continuando a creare, fenomeni in alcuni casi assolutamente nuovi e sta riproponendo vecchi scenari di mercato.
Grandi società di consulenza che diventano software house e system integrator, vendor che puntano sulla consulenza e così via, e a fare da corollario a tutto questo scenario appaiono (o riappaiono ?) le cosidette 'reti professionali', ovvero gruppi di consulenti e professionisti che lavorano in gruppo senza necessariamente essere uniti da una singola ragione sociale.
La struttura non è nuova, si era già vista all'inizio degli anni '90, quando la stagnazione di alcuni mercati ad alto contenuto tecnologico aveva spinto consulenti e professionisti con una certa esperienza fuori dalle aziende di provenienza, e li aveva portati a mettersi sul mercato autonomamente, salvo poi trovarsi a lavorare nuovamente insieme agli ex colleghi, ma stavolta come professionisti che si spartivano un progetto, spesso di dimensioni interessanti. Di li a poco di solito da questa esperienza nasceva una nuova piccola società che andava avanti per qualche anno magari prendendo contratti acquisiti a titolo parziale di buonuscita dalle aziende di provenienza per poi assestarsi in qualche modo sul mercato. A distanza di pochi mesi la società cambiava pelle, assumeva qualche persona (front desk, tecnici, etc..) prendeve accordi di rivendita con uno o più vendor e riusciva a campare pur cambiando pelle quasi completamente. Alcune di queste società non ci sono più, altre ce l'ahanno fatta, e sono andate ad ingrossare le file dei vari box mover o system integrator di fascia medio bassa (per volumi, non per qualità).
Ora stanno tornando di moda, ma a quanto pare la musica è cambiata. Le nuove reti professionali sono sempre snelle e dotate di grandi competenze interne, ma stavolta nessuno ha voglia di fare i passi da gigante e mettere a rischio la propria attività, spesso sono consorzi o associazioni di micro aziende che lavorano insieme come un team senza avere nemmeno la stessa ragione sociale.
Si specializzano, ma rimangono gruppi più o meno folti di professionisti che, proprio grazie a questo meccanismo, riescono a dare servizi (quasi sempre consulenza) ad altissimo livello a prezzi molto contenuti con gran gioia dei loro clienti.
Da dove viene questo cambiamento ? Dalle incertezze economiche del momento. La crisi ha reso chiaro a tutti che non è semplice rimanere in piedi quando arriva la burrasca e soprattutto che le banche, ed i vari finanziatori privati, non hanno alcuna intenzione di investire in 'esperimenti' imprenditoriali. I tempi cambiano e le reti professionali si adeguano, si lavora sempre insieme ma non si fanno investimenti faraonici, si parte dal basso, a volte si cresce poco ma i risultati sono spesso incoraggianti, progetti di altissimo livello realizzati con costi assolutamente contenuti. Insomma, strutture professionali snelle in grado di muoversi con profitto anche nei momenti burrascosi della finanza, micro realtà ingrado di dare soddisfazione a strutture anche di grandi dimensioni con redditività molto elevata.
E ci voleva la crisi !
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